CONDANNATI DUE UOMINI D’AFFARI TIBETANI

Dharamsala, 18 novembre 2010. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia ha reso noto che la Corte di Appello Popolare di Lhoka ha condannato due commercianti tibetani, Sonam Bhagdro e Tashi Topgyal, rispettivamente a quindici e a cinque anni di prigione. L’ufficio di pubblica sicurezza della città aveva arrestato i due commercianti nell’agosto 2009 perché sospettati di svolgere attività politica. Dal momento del loro arresto, e fino al momento in cui sono apparsi in tribunale, non si è saputo più nulla di loro, neanche il luogo in cui erano detenuti.  

Sonam Bhagdro è nato nel 1965 nella città di Jhorya, nella contea di Tsona. Dopo aver completato le scuole superiori, si è iscritto al Partito comunista della contea. Si è guadagnato il rispetto e la stima della popolazione collaborando, grazie alla sua attività di imprenditore, alla formazione degli studenti e facendosi carico delle spese mediche e delle spese generali del monastero della contea. Per i suoi meriti filantropici, qualche tempo fa è stato insignito dalle autorità della contea del riconoscimento di “cittadino esemplare”. Tashi Topgyal, 30 anni, è nato nella città Jhorya, nella stessa contea. Abita con la moglie e la figlia e, per vivere, svolge un’attività commerciale.

Le ultime condanne politiche in Tibet sono state comminate il 28 ottobre scorso contro tre noti scrittori dal Tribunale di Aba (Ngaba in tibetano). Jangtse Donkho, Buddha e Kalsang Jinpa, arrestati nell’estate, sono stati puniti perché ritenuti colpevoli di “attività miranti alla divisione della Nazione”. Avevano pubblicato articoli sul giornale locale in lingua “Shar Dungri” (Montagna Innevata ad Oriente) commentando le proteste avvenute il Tibet nel 2008. I tre accusati si sono proclamati innocenti. Parlando in un cinese fluente, Buddha ha affermato che articoli simili a quelli oggetto dell’accusa sono stati pubblicati anche da giornali cinesi Han, per cui una loro condanna avrebbe sancito “un’ineguaglianza tra cittadini di differenti etnie benché tutti cittadini dello stesso Paese”.

Fonti: Phayul – AsiaNews