IN USCITA IL MEMORIALE POSTUMO DI ZHAO ZIYANG

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Hong Kong, 15 maggio 2009. La prossima settimana, in coincidenza con il ventennale del massacro di Piazza Tienanmen, sarà pubblicato, in lingua inglese e cinese, “Prigioniero di Stato: il diario segreto del premier Zhao Ziyang”. Il volume raccoglie le idee e i giudizi dell’allora Segretario Generale del Partito Comunista cinese sui tragici fatti di quei giorni e sulla classe dirigente al potere. Per aver pubblicamente instaurato un dialogo con gli studenti in rivolta ed essersi opposto all’intervento armato, Zhao Ziyang cadde in disgrazia, fu epurato dal Partito, e trascorse il resto dei suoi giorni, fino alla morte, avvenuta il 17 gennaio 2005, agli arresti domiciliari. Eludendo la rigida sorveglianza alla quale era sottoposto, Zhao (nella foto, ormai storica, che lo ritrae mentre parla agli studenti) riuscì a registrare in audiocassetta le sue memorie e i suoi pensieri: il volume in uscita è la trascrizione del contenuto delle oltre trenta ore di registrazione ed è stata curata da Bao Pu, figlio di Bao Tong, uno degli assistenti di Zhao, che a sua volta, dopo la repressione, dovette scontare sei anni di carcere e si trova ancora agli arresti domiciliari. La dirigenza cinese volutamente ignorò la figura dell’ex dirigente del Partito e proibì alla televisione di stato e alle radio di dare notizia della sua morte. “Prigioniero di Stato” assolve il compito di reinserire la figura di Zhao nel contesto storico cinese e, come afferma Bao, è stato pubblicato con l’intento “politico” di far conoscere alle giovani generazioni cinesi la verità sul suo ruolo di grande sostenitore delle riforme, della democrazia e della società.

Nelle sue memorie Zhao Ziyang non risparmia le critiche allo stesso Deng Xiaoping. Pur riconoscendo che “Le riforme economiche non sarebbero state possibili senza Deng”, Zhao dipinge il leader cinese come una persona ossessionata dall’idea di perdere il potere, appoggiato con abilità dagli ultraconservatori come il premier Li Peng, il vice premier Yao Yilin e il sindaco di Pechino Chen Xitong. “L’idea di democrazia di Deng è soltanto una parola vuota”, afferma Zhao.

Queste le sue parole sul massacro di Tienanmen: “La notte del 3 giugno, mentre sedevo nel cortile di casa con la mia famiglia, ho udito molti spari: una tragedia che ha sconvolto il mondo, che si poteva evitare e che, alla fine, stava avvenendo…”
“Anzitutto, dicevano che il movimento degli studenti era una cospirazione pianificata, contro il Partito, antisocialista e con una propria leadership. Ma allora dobbiamo chiederci: chi erano questi leader? Qual’era il piano? Dov’era la cospirazione?”
Inoltre, dicevano che il movimento voleva far cadere la Repubblica Popolare e il Partito comunista. Dov’erano le prove? All’epoca, dissi che la maggior parte della gente ci chiedeva di correggere alcuni errori ma non voleva sovvertire il sistema politico”.

Sul sistema politico e le riforme, Zhao afferma: “…Il sistema politico che ha mostrato maggiore vitalità è quello delle democrazie parlamentari occidentali, attualmente è il migliore…”
“Se un paese vuole modernizzarsi, non deve soltanto cercare il progresso economico, deve anche adottare la democrazia parlamentare. Diversamente, questa nazione non riuscirà ad avere un’economia di mercato moderna e prosperosa né potrà diventare un moderno stato di diritto”.

(Reuters/Washington Post/Radio Free Asia)