Richard Gere alla Casa Bianca per parlare di Tibet

New York, 9 set. (Apcom) – Richard Gere, da anni sostenitore dell’indipendenza del popolo tibetano, è arrivato questa mattina a Washington per parlare con i più stretti collaboratori del presidente Barack Obama. L’attore ha partecipato a una riunione con lo staff del presidente per cercare di spingere l’amministrazione americana ad assumere una posizione più decisa … Leggi ancora

MONACO TIBETANO TORTURATO E UCCISO NELLE PRIGIONI CINESI

Dharamsala, 10 settembre 2009. Il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (TCHRD) ha annunciato oggi di aver appreso da fonti sicure che il monaco Phuntsok Lhundup (nome da laico: Kalden), 32 anni, del villaggio n.8, a Tos-doe, nella contea di Phenpo Lhundup, vicino a Lhasa, è morto mentre era in prigione, a causa di torture. Il decesso dovrebbe essere avvenuto verso la metà di agosto. La sua famiglia ha ricevuto il corpo senza vita del loro parente alla fine di agosto.

NEPAL: SARÀ IMPEDITA AI TIBETANI OGNI MANIFESTAZIONE ANTICINESE

arresto a KTMKathmandu, 8 settembre 2009. Prima di lasciare Kathmandu alla volta della Cina, il Ministro degli Esteri nepalese, signora Sujata Koirala, ha dichiarato alla stampa che è sua intenzione rassicurare Pechino circa la fedeltà del suo governo alla politica dell’unità della Cina e convincerla che ai tibetani non sarà consentito di usare il territorio nepalese per manifestazioni di protesta o azioni anticinesi.

RIFLESSIONI: TIBET E POLITICA

di Riccardo Zerbetto

3 settembre 2009. Il quesito è semplice e complesso insieme: a chi sta a cuore la “causa” tibetana, alla Destra o alla Sinistra?

Il fatto che il popolo tibetano fosse governato da un sistema monastico lamaista di stampo aristocratico e che la Cina di Mao Tze Dong lo avrebbe “liberato” da tale sistema feudale crea di per sé una discriminante di base. E’ pur vero che la scarsa opposizione del Dalai Lama alla ingerenza del Partito democratico cinese ed anzi la sua strenua fede nella possibile integrazione nel sistema politico dell’Occupante viene spesso interpretato – stando anche a dichiarazioni dello stesso leader politico-religioso del Tibet –  come un sostanziale consenso ad un sistema più “democratico”. Molteplici sono ancora le sue espressioni a sostegno di un progressivo processo di democratizzazione delle forme di governo del popolo tibetano.