TIBET: ARRESTATI TRE TIBETANI PER PROTESTE

Larung_Gar_1Dharamsala, 5  aprile 2010. La polizia di Kardze, nella Contea di Sertha, ha arrestato il 2 aprile un ventenne tibetano, Ugyen Namgyal, residente nel villaggio di Choktsang, reo di aver gridato, agitando una bandiera tibetana, degli slogan in cui chiedeva indipendenza per il Tibet, libertà religiosa e il ritorno del Dalai Lama. Secondo quanto riportato da alcuni profughi in contatto con la regione, la polizia, subito accorsa, ha arrestato il ragazzo dopo averlo brutalmente percosso.

IN CALO IL NUMERO DEI PROFUGHI DAL TIBET A CAUSA DEL MAGGIORE CONTROLLO ALLE FRONTIERE

Tempa_TseringTokyo, 3 aprile 2010. Tempa Tsering, ex Ministro degli Esteri del governo tibetano in esilio e rappresentante del Dalai Lama a Nuova Delhi, ha reso noto nel corso di una conferenza stampa che il numero dei profughi in fuga dal Tibet è sensibilmente diminuito a causa dell’incremento dei controlli di frontiera posti in atto dalle autorità cinesi. “Fino al 2008 ogni anno lasciavano il Tibet circa 2500 – 3000 profughi” – ha detto Tempa Tsering ai giornalisti. “Dalle dimostrazioni del marzo 2008 il loro numero è calato, tanto che lo scorso anno solo 600 tibetani hanno lasciato il paese”.

STUDENTE TIBETANO PREMIATO A DUINO

Dharamsala, 24 marzo 2010 (Phayul). Palden Gyal, uno studente tibetano residente in Norvegia e iscritto al corso internazionale di laurea presso il Norway United World College, si è classificato al terzo posto alla sesta edizione del premio internazionale di poesia di Duino. La sua composizione, “Rangzen” è stata scelta e premiata tra quelle di oltre … Leggi ancora

GOOGLE REINDIRIZZA IL TRAFFICO AL PORTALE DI HONK KONG – IMMEDIATA CONTROMOSSA CINESE

Google23 marzo 2010. Ultim’ora. Tutto come previsto: nemmeno ventiquattro ore dopo la decisione di Google di chiudere il proprio servizio cinese e reindirizzare google.cn e google.com sul dominio di Hong Kong (google.com.hk), il Governo Cinese taglia i risultati prodotti dal motore: “the connection was reset” è la risposta che ricevono gli utenti che tentano di accedere a risultati o parole chiave non gradite al governo. Il Great Firewall cinese è quindi entrato in opera ristabilendo la “legalità”.