In prossimità della festività del Losar la Cina chiede ai monaci di smascherare e denunciare il Dalai Lama

3 febbraio 2024.

Nell’approssimarsi del capodanno tibetano le autorità cinesi della provincia del Sichuan hanno visitato 35 monasteri e chiesto ai monaci di denunciare il Dalai Lama

Il 17 e 18 gennaio un gruppo di funzionari cinesi, guidati da Liu Yan, segretario del Comitato del Partito comunista della Contea di Palyul, hanno visitato almeno trentacinque monasteri della Prefettura Autonoma di Kardze e chiesto ai monaci di smascherare e denunciare la divisiva figura del Dalai Lama e della sua cricca in nome “dell’unità della madrepatria”. Nel porgere ai religiosi auguri e doni in vista dell’approssimarsi del capodanno tibetano che quest’anno cade il prossimo 10 febbraio, Liu Yan ha enfatizzato la necessità accrescere il senso della consapevolezza dell’unità nazionale, della legalità e della cittadinanza (nella foto la visita dei funzionari cinesi al monastero di Palyul, gennaio 2024).

Tra le istituzioni monastiche visitate figurano i monasteri di Palyul, di Yarchen Gar e Katog, appartenenti alla tradizione Nyingma del Buddismo Vajarayana. Il 22 gennaio il segretario Liu ha inoltre incontrato a Chengdu i rappresentanti di numerose scuole religiose. Ha loro detto che è compito dei leader buddisti tibetani accertarsi che i gruppi religiosi e i loro seguaci “si adoperino con fermezza per la salvaguardia dell’unità nazionale e della madrepatria”. Li ha esortati a farsi promotori dei “cinque fattori identitari” nei quali lo stesso presidente Xi Jinping ha chiesto ai cittadini cinesi e alle minoranze etniche di riconoscersi, segnatamente l’identificazione personale con la madrepatria, con la nazione cinese, con la sua cultura, con il Partito Comunista Cinese e con il socialismo con le caratteristiche cinesi.

Dawa Tsering, direttore del Tibet Policy Institute, con sede a Dharamsala, ha affermato che “la consuetudine del governo cinese di porgere auguri e somme di denaro a monaci e monache in occasione di importanti festività è soltanto uno strumento di inganno”. “Non vi è nulla di sincero in questi gesti, i cinesi vi ricorrono per convincere i tibetani a denunciare il Dalai Lama e promettere fedeltà al Partito”.

Fonte: Radio Free Asia