Pechino respinge l’accusa di violazione dei diritti umani contenuta nel Rapporto USA 2019

OLY-2008-CHN-TIBET-RIGHTS-UNREST16 marzo 2020. La Cina ha respinto ogni accusa di violazione dei diritti umani pubblicata nell’annuale rapporto del Dipartimento di Stato americano.

Il Rapporto sui Diritti Umani 2019, pubblicato dal Dipartimento di Stato USA lo scorso 11 marzo, include la Cina tra i paesi i cui governi autoritari sono colpevoli di “abusi e violazioni” in materia di diritti umani. Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha dichiarato che Pechino “per una sua storica avversione contro i praticanti di qualsiasi fede religiosa tiene reclusi in campi di internamento oltre un milione di mussulmani dello Xinjiang e pone in atto dure politiche repressive contro le minoranze etniche e religiose di quella regione”.

Ha inoltre accusato il governo cinese di essere responsabile delle arbitrarie condanne a morte, delle sparizioni e detenzioni forzate che si succedono in tutto lo Xinjiang come pure degli attacchi sia fisici sia legali portati nei confronti di giornalisti, avvocati e scrittori, inclusi i loro famigliari.

Il Ministero degli Esteri cinese ha respinto ogni addebito e ha accusato gli Stati Uniti di interferenza negli affari interni della Cina. Geng Shuan, portavoce del Ministro degli Esteri, ha dichiarato che il governo di Pechino “respinge con fermezza” le accuse di Mike Pompeo farcite di “bugie politiche e di pregiudizi ideologici”.

Recentemente alcuni organismi e gruppi internazionali, tra i quali Freedom House, hanno messo il Tibet al secondo posto, dopo la sola Siria sconvolta dalla guerra, tra i paesi che al mondo sono privati della libertà.

Fonte: Phayul