CINA: VETERANI DEL PARTITO COMUNISTA CHIEDONO L’ABOLIZIONE DELLA CENSURA SUI MEZZI D’INFORMAZIONE

14 ottobre 2010. Ventitré veterani del Partito comunista hanno firmato una lettera, pubblicata il 12 ottobre sul sito ufficiale sina.com, in cui si chiede l’abolizione della censura sui media cinesi. Secondo alcuni analisti il documento, datato 1°ottobre 2010 e indirizzato al Comitato Centrale del Congresso Nazionale del Popolo, non sarebbe da porre in relazione al conferimento del Nobel a Liu Xiaobo ma sarebbe stato motivato dall’ennesima ingiustizia commessa nei confronti di un giornalista, Xie Chaoping, un reporter arrestato alla metà di agosto, autore di un libro sulla migrazione forzata e la corruzione dei funzionari governativi.

Tra i firmatari della lettera figurano gli ormai novantenni Li Rui, ex segretario di Mao Zedong e Hu Jiwei, ex editore del quotidiano governativo People’s Daily. Altri co-firmatari del documento, Zhong Peizhang e Xie Chaoping, hanno dichiarato che scopo della petizione è la lotta per la libertà di espressione e che la frustrante situazione in cui operano i giornalisti deve cambiare. Il sistema di censura in atto in Cina è descritto come scandaloso e imbarazzante e il Dipartimento della Propaganda è definito con l’espressione “l’invisibile mano nera”.

Nella lettera si afferma, tra l’altro, che il Dipartimento della Propaganda viola la Costituzione impedendo, spesso con una semplice telefonata, la pubblicazione dei lavori dei giornalisti o negando ai media il permesso di rendere pubbliche alcune notizie. “I funzionari che effettuano la chiamata non si qualificano, la loro segretezza è protetta ma siamo costretti a seguire le loro direttive”.

La lettera, resa pubblica alla vigilia dell’annuale sessione plenaria del Comitato Centrale del Partito, si chiude con la formulazione di otto richieste tra le quali il rispetto dei giornalisti e il riconoscimento del loro status, l’abolizione della polizia cibernetica, il diritto dei cittadini di essere informati dei crimini commessi dal partito, e il libero accesso alle informazioni e alle pubblicazioni provenienti da Hong Kong e Macau.

La traduzione integrale della lettera al sito:

Fonti: China Media Project – Phayul