ARRESTATO UN CANTANTE TIBETANO. KARMA SAMDRUP CONDANNATO A 15 ANNI

Tashi

28 giugno 2010. “L’occupazione è la privazione della libertà, è una tortura senza tracce”. “Martiri coraggiosi hanno sacrificato le loro vite per il Tibet, il mio cuore soffre se penso a loro e lacrime sgorgano dai miei occhi”. Per aver scritto e musicato questi versi coraggiosi Tashi Dhondup (nella foto) è stato arrestato alla fine dello scorso anno e condannato, nel gennaio 2010, a quindici mesi di lavori forzati. Tashi era molto popolare tra i tibetani che in gran numero ascoltavano i suoi CD. Diffondeva le sue canzoni anche attraverso internet e il telefono cellulare.

Al termine di un processo durato tre giorni, l’ambientalista tibetano Karma Samdrup, riconosciuto nel 2006 come filantropo dell’anno dalla televisione cinese, è stato condannato a quindici anni di carcere in quanto riconosciuto colpevole di furto e smercio di pezzi d’antiquariato, accusa che gli era stata contestata nel lontano 1999 ma che non aveva mai comportato alcun procedimento penale. Esperti e analisti sono concordi nel ritenere che la vera causa della condanna di Karma sia da ricercare nella sua attività di attento e critico attivista in campo ambientale.

Oltre a subire la pena di un lungo periodo di detenzione, Karma Samdrup è stato privato dei diritti politici per cinque anni e condannato a pagare una multa di 10.000 yuan (circa 1500 dollari). La moglie di Karma ha fatto sapere che, appreso il verdetto, il marito ha immediatamente espresso la volontà di ricorrere in appello. “Non lo riconosco più” – ha dichiarato la signora – “solo la sua voce è la stessa, prima era un uomo alto e forte, ora sembra così fragile…”.

Karma

Durante il processo, Karma ha affermato di essere stato torturato, di aver subito percosse, di essere stato drogato e di essere stato privato del sonno nel tentativo di indurlo a confessare. Secondo l’organizzazione Human Right Watch, la Cina “deve immediatamente” avviare un’indagine sulle torture che il tibetano avrebbe subito in prigione e deve anche ritirare le “accuse fabbricate” contro di lui.

Noto ambientalista e uomo d’affari, insignito dalla tv di stato cinese del titolo di “filantropo dell’anno” nel 2006, Samdrup, 42 anni, ha dedicato la sua vita al commercio di antichità tibetane, accumulando un patrimonio considerevole grazie al quale ha dato vita a diversi progetti di tutela ambientale sull’altopiano del Tibet. La sentenza del tribunale dello Xinjiang, sulla quale le autorità di Pechino non hanno rilasciato dichiarazioni, è stata interpretata da più parti come una punizione per Samdrup, colpevole di aver pubblicamente difeso i suoi due fratelli durante una disputa con un capo della polizia locale, scoperto a cacciare specie animali in via d’estinzione.

L’avvocato di Samdrup, Pu Zhiqiang, ha annunciato che presenterà ricorso, accusando le autorità di aver presentato prove fasulle e di non aver fornito al suo assistito l’ausilio di un traduttore durante il processo. Secondo i gruppi di attivisti per i diritti umani, sarebbero circa 50 i membri di spicco della società tibetana a essere stati arrestati da marzo del 2008, quando una rivolta scoppiata a pochi mesi dall’apertura dei giochi olimpici di Pechino provocò in Tibet 22 morti. Dure reazioni sono arrivate anche dal governo tibetano in esilio a Dharamsala, in India, che ha chiesto a Pechino di rilasciare tutti i “prigionieri di coscienza”.

Fonti: Phayul – AP – Adnkronos