MONACO TIBETANO TORTURATO E UCCISO NELLE PRIGIONI CINESI

Dharamsala, 10 settembre 2009. Il Tibetan Centre for Human Rights and Democracy (TCHRD) ha annunciato oggi di aver appreso da fonti sicure che il monaco Phuntsok Lhundup (nome da laico: Kalden), 32 anni, del villaggio n.8, a Tos-doe, nella contea di Phenpo Lhundup, vicino a Lhasa, è morto mentre era in prigione, a causa di torture. Il decesso dovrebbe essere avvenuto verso la metà di agosto. La sua famiglia ha ricevuto il corpo senza vita del loro parente alla fine di agosto.
Il 10 marzo 2008 Phuntsok, insieme ad altri 300 monaci del monastero di Drepung ha partecipato a una marcia pacifica, per protestare contro la politica cinese sul Tibet. Lui e altre decine di monaci sono stati arrestati dalle forze di sicurezza.
Dal suo arresto fino a pochi giorni fa non si è più saputo nulla di lui. Nessuno, nemmeno i suoi familiari o i fratelli del monastero hanno mai ricevuto alcuna informazione sulla sua detenzione.
Secondo le fonti di TCHRD, Phuntsok è morto in carcere a metà agosto, soffrendo di torture, maltrattamenti e isolamento. Le stesse fonti ricordano che pure un fratello di Phuntsok, Samdup, anch’egli del monastero di Drepung, è stato arrestato il 10 marzo 2008. Anche di lui non si sa nulla (AsiaNews).Il giorno 11 settembre 2009, il sito web del Governo tibetano in esilio ha diffuso la notizia della condanna a pene detentive di varia durata sentenziata nell’ottobre dello scorso anno nei confronti di tre monaci sotto l’accusa di aver passato informazioni a “forze straniere” durante le proteste di Lhasa della primavera 2008. Si tratta di Wangdue, Puntsok Dorjee e Tsewang Dorjee, tutti sulla quarantina.

Secondo le stime del Governo tibetano in esilio, il numero dei tibetani uccisi durante o in seguito alle proteste ammonta a un totale di 223 persone. I feriti furono 1294, i fermati o arrestati 4657, 990 gli scomparsi e 371 i condannati (Phayul)