UN GIOVANE TIBETANO MUORE IN SEGUITO ALLE PERCOSSE RICEVUTE

pema_tsepakDharamsala, 27 gennaio 2009. Un ragazzo tibetano è morto dopo essere stato selvaggiamente picchiato dalle forze di sicurezza cinesi. Il 20 gennaio, Pema Tsepak, ventiquattro anni, assieme ad altri due tibetani, Thinley Ngodrub e suo fratello Thargyal, rispettivamente di ventiquattro e ventitré anni, tutti abitanti nella città di Punda (Contea di Tsawa Dzogang – Prefettura di Chamdo – Kham) sono scesi in strada portando uno striscione bianco con la scritta “Indipendenza per il Tibet”, lanciando manifestini e gridando slogan.
Immediato l’intervento della polizia che ha arrestato i tre ragazzi e li ha selvaggiamente percossi. A causa delle gravi lesioni riportate all’intestino e ai reni, Pema Tsepak è stato in un primo tempo ricoverato all’ospedale della Contea e in seguito trasferito all’ospedale della Prefettura di Chamdo. A nulla sono valse le cure: il ragazzo è morto tre giorni dopo, il 23 gennaio. I suoi famigliari sono stati obbligati a cremare immediatamente il corpo, senza che sia stata loro concessa la possibilità di far eseguire un’autopsia.Proseguono, in tutta la Regione Autonoma Tibetana, i processi a carico delle persone ritenute coinvolte nelle manifestazioni della primavera scorsa. Una fonte tibetana ha riferito che due giovanissimi monaci del monastero di Kardze sono stati condannati a quattro anni di carcere per aver preso parte a una dimostrazione il 13 maggio 2008. Sono rinchiusi nel carcere di Monyak, nelle vicinanze di Chengdu, assieme ad altri diciannove tibetani. Alla monaca diciottenne Lobsang Choegyen sono stati inflitti cinque anni di reclusione.