PARTITI PER LA CINA GLI INVIATI DEL DALAI LAMA

Dharamsala, 30 ottobre 2008. La segreteria del Dipartimento Informazioni e Relazioni Internazionali, con sede a Dharamsala, ha reso noto che in data odierna gli inviati del Dalai Lama Lodi Gyari e Kelsang Gyaltsen, accompagnati da tre assistenti, sono partiti alla volta di Pechino dove si tratterranno una settimana e incontreranno, per l’ottava volta, i rappresentanti della dirigenza cinese.
Martedì 28 ottobre l’agenzia di stampa cinese Xinhua, citando una fonte anonima, aveva fatto sapere che i colloqui tra i rappresentanti di Pechino e gli inviati del Dalai Lama avrebbero avuto luogo nonostante le proteste antigovernative scoppiate a Lhasa la scorsa primavera e “i seri tentativi di sabotaggio dei Giochi Olimpici di Pechino da parte di alcuni elementi secessionisti favorevoli all’indipendenza del Tibet”. “Il Dalai Lama e il suo governo dovrebbero fare tesoro di questa opportunità” – continua il comunicato – “e rispondere positivamente alle condizioni prefissate dalle autorità centrali”. In risposta alle parole del Dalai Lama, la portavoce del Ministero degli Esteri cinese, signora Jiang Yu, aveva affermato che la politica e l’atteggiamento del governo cinese nei confronti del leader tibetano erano sempre stati coerenti, espliciti e sonceri.Le dichiarazioni di Pechino e la nuova tornata di colloqui tra i dirigenti cinesi e gli inviati del governo di Dharamsala avvengono a pochi giorni dal discorso tenuto dal Dalai Lama il 25 ottobre scorso, in occasione dell’anniversario della fondazione del Tibetan Children’s Village. In quell’occasione, il leader tibetano aveva dichiarato di aver perduto ogni fiducia nella sincerità del governo cinese e aveva ufficialmente annunciato la convocazione di una speciale riunione di tutti i ministri in carica, gli ex ministri, gli attuali e precedenti membri del Parlamento tibetano, i rappresentanti delle Organizzazioni non Governative, intellettuali ed esperti, per decidere il futuro del movimento tibetano.
L’incontro si terrà a Dharamsala dal 17 al 22 novembre. “Poiché crediamo nella democrazia” – ha affermato Tenzin Taklha, segretario del Dalai Lama – “questa riunione speciale, convocata in un delicato momento e in assenza di qualsiasi risposta da parte della dirigenza cinese, darà a tutti, anche ai più radicali, la possibilità di esprimere il proprio punto di vista al fine di raggiungere una comunità di vedute per la pacifica soluzione del problema tibetano”.