In corso a Ginevra il Terzo Forum 2020

Geneva Forum 2020

11 novembre 2020. Organizzato dal Tibet Bureau è in corso a Ginevra il Terzo Forum 2020 chiamato a dibattere sul declino della libertà religiosa nei paesi sotto il regime cinese.

Esperti nel campo dei diritti umani, praticanti, attivisti, studiosi, diplomatici e parlamentari discutono sul tema “L’impatto globale della politica cinese sulla libertà di religione”. Il Forum si esprimerà sul declino della libertà religiosa nei paesi sotto il regime di Pechino e sulle conseguenti persecuzioni in atto non solo nei confronti dei buddisti tibetani ma altresì dei musulmani uiguri, dei cristiani e dei praticanti Falun Gong. Si discuterà inoltre sulle continue interferenze del governo cinese nella pratica del culto e nella selezione dei leader religiosi incluso il tentativo di intervento da parte del governo cinese nel riconoscimento dei lama reincarnati buddisti. Il Forum 2020, organizzato in via telematica a causa della pandemia in atto, è stato preceduto nei mesi di novembre 2018 e 2019 da due analoghi consessi conclusisi lo scorso anno con la “Dichiarazione di Ginevra” un atto con cui tutti i partecipanti chiedevano alla Cina, alle Nazioni Unite, ai governi e alla comunità internazionale di adoperarsi per porre fine alle continue violazioni dei diritti umani.

Il Forum 2020 è iniziato il 9 novembre con gli interventi inaugurali del Sikyong Lobsang Sangay e del rappresentante Chhimey Rigzen. Nel corso della cerimonia d’apertura dei lavori è stata data lettura di un messaggio del Dalai Lama che ha auspicato una Cina più libera e trasparente, una nazione governata con la legalità e maggiormente rispettosa della libertà e i diritti umani. Parole riprese da Lobsang Sangay che ha sottolineato l’importanza e il significato della democrazia e della trasparenza la cui mancanza ha causato la pandemia globale in atto, una calamità che costa caro prezzo a tutto il mondo. Ha inoltre deprecato le misure adottate dalla Cina per alleviare la povertà, misure che alcuni governi hanno lodato ma che per i tibetani si traducono solo lavori forzati e privazioni dei diritti.

Il 10 novembre, 1° giorno del Forum dedicato al tema “La Politica Cinese e la lLbertà di Religione”, hanno preso la parola, tra gli altri, Regula Rytz, membro del Consiglio Nazionale Svizzero, il deputato e co-presidente del parlamento Ceco Frantisek Kopriva, il parlamentare tedesco Michael Brand e il presidente dell’associazione dei comuni austriaci Alfred Riedl. Il senatore italiano Roberto Rampi ha condannato la Cina colpevole di avere causato la catastrofe del COVID19. Ha elogiato l’ideale di armonia presente nella cultura tibetana, potenzialmente in grado di aiutare il mondo, fonte di ispirazione per tutti, ed ha espresso il suo apprezzamento per lo spirito democratico che anima il governo tibetano in esilio.

Tema del 2° giorno del Forum “La Persecuzione Religiosa: la Repressone Esercitata sui Credenti in Cina”. Mentre sulla carta la costituzione cinese riconosce cinque gruppi religiosi (Buddisti Taoisti, Musulmani, Cattolici e Protestanti), in pratica Pechino reprime ogni pratica religiosa. Sull’argomento hanno preso la parola Tashi Phuntsok, rappresentante dell’Ufficio del Tibet di Bruxelles, Mikulas Peksa, parlamentare cecoslovacco, Nury Turkel, membro della commissione USA sulla libertà internazionale di religione e Tsering Topgyal, assistente professore alla cattedra di Relazioni Internazionali presso l’Università di Birmingham. Invitiamo i lettori interessati al contenuto dei singoli interventi a consultare il sito dell’Amministrazione Centrale tibetana tibet.net.

I lavori si concluderanno il 13 novembre con la Dichiarazione del Ginevra Forum 2020.

 

Fonte: Tibet.net