Celebrato il compleanno dell’XI Panchen Lama a 22 anni dalla sua sparizione. A Roma il convegno: “La questione tibetana, il Panchen Lama e il controllo della religione in Tibet”

Convegno Panche Lama227 aprile 2017. Il 25 aprile i tibetani e i sostenitori della loro causa in tutto il mondo hanno celebrato il 28°compleanno di Gedhun Choekyi Nyma, XI Panchen Lama del Tibet, scomparso nel 1995 a soli sei anni di età.Di grande interesse il convegno “La Questione Tibetana, il Panchen Lama e il controllo della religione in Tibet”, svoltosi a Roma, presso la sede del Partito Radicale, il 26 aprile. L’evento è stato organizzato da Amnesty International, dall’ Associazione Italia-Tibet e dal Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. Sono intervenuti: Claudio Cardelli (presidente dell’Associazione Italia – Tibet), Chodup Tchiring (membro della Comunità Tibetana in Italia), Tseten Longhini (presidente della Sezione Italiana dell’Associazione delle Donne Tibetane), Laura Harth (vice coordinatrice della Campagna per il Diritto alla Conoscenza, Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito), Paolo Pobbiati (membro del Comitato Direttivo di Amnesty International Italia), Nicola Morra (senatore, Movimento 5 Stelle). Molti gli argomenti discussi: si è parlato di Asia, Buddismo, Cina, Cultura, Dalai Lama, Donna, Economia, Esteri, Pancen Lama, Pannella, Politica, Religione, Società, Storia, Tibet, Violenza.

La registrazione audio dell’evento (durata 2h.) al sito:

https://www.radioradicale.it/scheda/506751/la-questione-tibetana-il-panchen-lama-e-il-controllo-della-religione-in-tibet

Proponiamo alcune immagini del convegno

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Il 25 aprile, a Dharamsala, tutte le più importanti Organizzazioni non Governative tibetane si sono riunite per ricordare il Panchen Lama e chiedere ancora una volta alle autorità cinesi il suo rilascio. “La forzata sparizione di Gedhun Choekyi Nyma induce alla riflessione sulla situazione attuale in Tibet”, ha dichiarato Tsering Tsomo, presidente del Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia. “Il caso dell’XI Panchen Lama ci ricorda il regime oppressivo e la mancanza di libertà di religione all’interno del paese ed è la prova dell’interferenza politica esercitata dalla Cina nel processo di riconoscimento delle reincarnazione dei Tulku, i lama di alto lignaggio”. In occasione del 28° compleanno del Panchen Lama, sette ONG tibetane hanno scritto al Segretario Generale delle Nazioni Unite e al Presidente del Parlamento Europeo per chiedere che sia fatta luce sulla sorte di Choekyi Nyma.

Il Panchen Lama e la sua sparizione

Panchen Lama commemorationIl 14 maggio 1995 il Dalai Lama, massima autorità spirituale del Tibet e allora capo del governo tibetano in esilio, riconosceva in Choekyi Nyima, in un bambino di sei anni, nato a Lhari, nel Tibet centrale, il 25 aprile 1989, l’undicesima reincarnazione di una delle più alte personalità religiose: il Panchen Lama, seconda autorità spirituale del Buddismo tibetano.

Malgrado l’assoluta legittimità della scelta del Dalai Lama, le autorità della Repubblica Popolare Cinese accusarono il Dalai Lama di voler creare, con il riconoscimento del piccolo Panchen Lama, tensioni e conflitti in Tibet. Tre giorni dopo l’avvenuto riconoscimento, Choekyi Nyima e i suoi genitori furono prelevati dal loro villaggio e, da allora, se ne sono letteralmente perdute le tracce. Iniziò inoltre in Tibet una durissima campagna di denuncia del Dalai Lama e di tutti quei tibetani, religiosi e laici, favorevoli alla sua scelta. Il monastero di Tashilunpo, tradizionale sede dei Panchen Lama, è stato da quel momento sottoposto ad un regime di rigido controllo di polizia e diverse decine dei suoi monaci sono stati arrestati o espulsi per avere pubblicamente espresso la loro solidarietà al Dalai Lama. A breve distanza dalla sparizione di Gedhun Choekyi Nyima, la Cina ha riconosciuto ed elevato al ruolo di Panchen Lama un altro ragazzo, Gyaincain Norbu, cresciuto ed educato nella completa adesione e fedeltà alle direttive del Partito Comunista Cinese.

Dal maggio 1995, Choekyi Nyima, oggi ventottenne, e la sua famiglia sono scomparsi e il governo cinese non ha mai voluto dire con precisione dove e come stiano. Di fronte alle richieste di chiarimenti inoltrate da organizzazioni umanitarie, gruppi di sostegno alla causa tibetana, movimenti sindacali, partiti politici e parlamentari di numerose nazioni, le autorità della Repubblica Popolare Cinese hanno solo ammesso che il bambino e i suoi genitori “sono stati affidati al Partito Comunista per essere protetti dai tentativi di rapimento messi in atto dai seguaci del Dalai Lama e della sua cricca”. Il Panchen Lama filo-cinese non è mai stato accettato dai suoi connazionali che gli negano ogni legittimità.

Il motivo del rapimento del è essenzialmente di natura politica. Per tradizione, dopo la morte del Panchen Lama, il Dalai Lama ne riconosce la reincarnazione e, viceversa, il Panchen Lama riconosce la reincarnazione del Dalai Lama. Crescendo un Panchen Lama “di regime”, le autorità cinesi ritengono che, alla morte dell’attuale Dalai Lama, il falso Panchen Lama riconosciuto da Pechino sceglierà, come massima autorità del Tibet, una figura “fantoccio”, gradita al Partito.

Fonti: Redazione – Phayul – Radio Radicale