ANNULLATI I CONCERTI DI BOB DILAN IN CINA

Hong Kong, 6 aprile 2010 (blizquotidiano.it). Bob Dylan doveva esibirsi in Cina ma i suoi concerti sono stati annullati. “Il ministero della Cultura non ha dato il via libera per gli show nella capitale e a Shanghai” hanno spiegato gli organizzatori alla stampa di Hong Kong. Al momento non si conosce la versione ufficiale del rifiuto, ma probabilmente le autorità cinesi temevano degli insidiosi fuori programma.

“Non abbiamo avuto alternative se non cancellare i piani per il tour nell’Asia del Sud-Est”, ha detto Jeffrey Wu, manager dell’agenzia musicale taiwanese Brokers Brothers Herald al Sunday Morning Post di Hong Kong, che ha riportato la notizia in prima pagina.

Hong Kong è un’ex colonia britannica che in Cina gode di uno speciale regime di libertà: malgrado ciò già da settimane gli appassionati sospettavano che non avrebbero visto la star del folk americano. Lo spettacolo, programmato per l’8 aprile, non era stato pubblicizzato, e si è dunque capito il motivo. Senza l’ok di Pechino non c’era motivo — a giudizio di Dylan — di esibirsi a Taiwan e Hong Kong, date accessorie del tour cinese, a sua volta estensione di un’intensa programmazione in Giappone in marzo. “La possibilità di suonare in Cina — ha ammesso Wu — era quello che lo attraeva di più”, anche perché a Hong Kong il musicista americano si era già esibito.

L’irrigidimento del governo cinese, che non ha concesso alcun credito a un artista di fama mondiale, può essere facilmente intuito nel rischio che Dylan lanciasse messaggi proibiti davanti al pubblico delle due principali città. Probabilmente le autorità temevano di poter perdere la faccia.

Già l’anno scorso agli Oasis fu impedito di salire sul palco perché ben 12 anni prima Noel Gallagher aveva partecipato a un concerto per la libertà del Tibet. In particolare, un’esibizione ha complicato le cose: il concerto della cantante Björk che due anni fa, a Shanghai, ha concluso una sua canzone, intitolata per l’appunto “Declare Independence”, urlando a gran voce “Tibet! Tibet!”.

Gli organizzatori mettono in conto che lo stesso passato di Dylan, 68 anni, con l’attenzione a temi umanitari, possa aver pesato come un’ipoteca negativa.