ALTRI SEI CONDANNATI A MORTE PER GLI SCONTRI NELLO XINJIANG

Urumqi
Pechino, 15 ottobre 2009. Sei persone sono state condannate a morte perché riconosciute responsabili delle rivolte scoppiate nello Xinjiang lo scorso luglio. All’inizio della settimana erano stati condannati alla pena capitale altri sei arrestati.La Corte del popolo di Urumqi (nella foto il palazzo di giustizia presidiato dai militari) ha decretato per tre dei condannati un ritardo di due anni nell’esecuzione della sentenza. Delle quattordici persone sotto processo, tre sono state condannate all’ergastolo e cinque a pene detentive di varia durata. Un portavoce della municipalità di Urumqi ha dichiarato che le sentenze erano state annunciate ma non ha fornito ulteriori dettagli. Oltre settecento uiguri si trovano tuttora in carcere perché sospettati di aver preso parte alle dimostrazioni della scorsa estate e accusati di “separatismo etnico”.Il 5 luglio scorso alcune pacifiche manifestazioni di protesta di uiguri a Urumqi sono degenerate in scontri etnici fra la popolazione musulmana e i cinesi han. Polizia ed esercito hanno represso le tensioni operando migliaia di arresti. Gli uiguri accusano gli han di averli colonizzati, avendo occupato tutte le leve nel commercio e nell’amministrazione pubblica. Da decenni la popolazione uigura soffre sotto un pesante controllo militare, accresciutosi in questi mesi, dopo gli scontri. La scintilla della protesta si era accesa lo scorso mese di giugno nella Cina sud occidentale, quando la polizia era intervenuta con la forza per sedare una manifestazione scoppiata in una fabbrica. I giornali cinesi riportarono la notizia della morte di due uiguri.
(AsiaNews – Phayul)