IL PREMIO NOBEL PER LA PACE AL DISSIDENTE CINESE LIU XIAOBO. COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET

Liu_Xiaobo

Oslo, 8 ottobre 2010. Il premio Nobel per la pace 2010 è stato assegnato al dissidente cinese Liu Xiaobo. Confermate dunque le previsioni della vigilia, nonostante le pressioni di Pechino. Del resto, prima dell’annuncio ufficiale, lo stesso comitato norvegese aveva affermato che si sarebbe trattato di una «scelta da difendere». Il governo cinese, che al momento si limita a «prendere atto» dell’assegnazione, aveva dichiarato in precedenza che una decisione del genere avrebbe avuto ripercussioni negative sui rapporti tra la Repubblica popolare e la Norvegia.

LE MOTIVAZIONI – “Durante gli ultimi decenni – si legge nelle motivazioni del Comitato per il Nobel – la Cina ha fatto enormi progressi economici, forse unici al mondo, e molte persone sono state sollevate dalla povertà. Il Paese ha raggiunto un nuovo status che implica maggiore responsabilità nella scena internazionale, che riguarda anche i diritti politici. L’articolo 35 della Costituzione cinese stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso, ma queste libertà in realtà non vengono messe in pratica”. Per oltre due decenni, continua il Comitato del Nobel, “Liu è stato un grande difensore dell’applicazione di questi diritti, ha preso parte alla protesta di Tienanmen nell ’89, è stato tra i firmatari e i creatori del Manifesto 08 della democrazia in Cina. Liu ha costantemente sottolineato questi diritti violati dalla Cina. La campagna per il rispetto e l’applicazione dei diritti umani fondamentali è stata portata avanti da tanti cinesi e Liu è diventato il simbolo principale di questa lotta”.

Liu_Xiaobo_wifeLA POLIZIA – E mentre in Cina è stata interrotta la trasmissione in diretta della rete televisiva Bbc sull’annuncio del Nobel, davanti all’abitazione di Liu si è subito radunata una folla di giornalisti e cameraman. Anche la polizia si è recata nell’abitazione del premio Nobel. Gli agenti hanno impedito a Liu Xa, la moglie del neo premio Nobel (nella foto), di parlare con i giornalisti. Lo riferisce l’emittente tv norvegese Nrk. Un corrispondente di Nrk ha riferito di trovarsi di fronte alla casa della coppia in Cina, ma di non poter parlare con la donna. Secondo quanto riferisce «Mingbao», quotidiano di Hong Kong, però, la donna ha affermato che «questo premio è un riconoscimento per il lavoro svolto da mio marito per l’affermazione dei diritti umani nel nostro Paese».

IL PROFILO – Liu Xiaobo sta scontando una condanna ad 11 anni di carcere per «istigazione alla sovversione». Liu, che già aveva trascorso lunghi periodi in galera, è stato accusato di essere tra i promotori di Carta08, il documento favorevole alla democrazia che è stato firmato da oltre duemila cittadini cinesi. Liu era stato arrestato alla fine del 2008 ma la condanna gli fu inflitta nel giorno di Natale del 2009, probabilmente nella speranza di ridurre la copertura dei mezzi d’informazione occidentali. Nel 1989 era stato condannato a venti mesi di prigione per aver partecipato alle proteste di Piazza Tienanmen. Negli anni ’90 aveva scontato tre anni in un campo di “ri-educazione attraverso il lavoro” e trascorso lunghi periodi agli arresti domiciliari.

Lo scorso mese, una portavoce del Ministero degli Esteri cinese aveva affermato che le azioni di Liu erano “diametralmente opposte alle finalità del Premio Nobel per la Pace”.

LE REAZIONI. Felicissimo l’avvocato Teng Biao, amico personale di Liu Xiaobo e firmatario di Carta08: “Questo premio incoraggerà sicuramente la società civile della Cina e sempre più gente si batterà per la pace e la democrazia”, ha detto. La moglie di Liu, la signora Liu Xia , in un commento riportato dal quotidiano di Hong Kong Mingbao si è detta “orgogliosa”. Del tutto diverse le reazioni delle autorità di Pechino, da cui era arrivata in prima battuta una fredda “presa d’atto”, dopo le pressioni esercitate sul Comitato di Oslo, cui erano seguite minacce di serie conseguenze sulle relazioni fra Cina e Norvegia in caso il prestigioso riconoscimento fosse andato a Liu.

Difficile, invece, contenere l’entusiasmo delle organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani: Reporters sans frontières parla di un gesto di portata storica, “felicissima” Amnesty International, che con l’occasione ha fatto un nuovo appello alle autorità cinesi la liberazione di tutti gli altri dissidenti in carcere, mentre per Human Rights Watch si tratta di una vittoria per i diritti dell’uomo.

Fonti: Corriere.it – Reuter – Repubblica.it

L’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET HA DIFFUSO IL SEGUENTE COMUNICATO STAMPA

L’Associazione Italia-Tibet esprime le proprie congratulazioni a Liu Xiaobo, vincitore del Premio Nobel per la Pace 2010, e al Comitato Norvegese del Nobel che, nonostante le pressioni e le minacce cinesi, ha fatto una scelta giusta e coraggiosa.
Riteniamo che il conferimento del Nobel a Liu Xiaobo sarà fonte di grande ispirazione e incoraggiamento per tutti i cittadini cinesi che assieme a lui si sono battuti e continuano a battersi per una Cina in cui siano riconosciuti e applicati i diritti civili e le fondamentali libertà democratiche.

L’assegnazione del Premio Nobel per la Pace a Liu Xiaobo è motivo di rinnovata speranza anche per i sostenitori della causa tibetana alla quale Liu ha fatto esplicito riferimento in molti suoi scritti e, in particolare, nel documento in dodici punti da lui sottoscritto all’indomani della sollevazione del marzo 2008 in cui si chiedeva la prosecuzione del dialogo con il Dalai Lama e si mettevano in evidenza i numerosi “errori” della politica cinese in Tibet.

Consapevole dell’importanza e del particolare significato di questo momento, l’Associazione Italia-Tibet chiede che Liu Xiaobo sia liberato e possa personalmente ritirare il Premio Nobel per la Pace a Oslo.

L’ANNUNCIO DEL COMITATO DEL NOBEL

(testo originale in lingua inglese)

Announcement
The Norwegian Nobel Committee

The Nobel Peace Prize for 2010

The Norwegian Nobel Committee has decided to award the Nobel Peace Prize
for 2010 to Liu Xiaobo for his long and non-violent struggle for
fundamental human rights in China. The Norwegian Nobel Committee has
long believed that there is a close connection between human rights and
peace. Such rights are a prerequisite for the “fraternity between
nations” of which Alfred Nobel wrote in his will.

Over the past decades, China has achieved economic advances to which
history can hardly show any equal. The country now has the world’s
second largest economy; hundreds of millions of people have been lifted
out of poverty. Scope for political participation has also broadened.

China’s new status must entail increased responsibility. China is in
breach of several international agreements to which it is a signatory,
as well as of its own provisions concerning political rights. Article 35
of China’s constitution lays down that “Citizens of the People’s
Republic of China enjoy freedom of speech, of the press, of assembly, of
association, of procession and of demonstration”. In practice, these
freedoms have proved to be distinctly curtailed for China’s citizens.

For over two decades, Liu Xiaobo has been a strong spokesman for the
application of fundamental human rights also in China. He took part in
the Tiananmen protests in 1989; he was a leading author behind Charter
08, the manifesto of such rights in China which was published on the
60th anniversary of the United Nations’ Universal Declaration of Human
Rights, the 10th of December 2008. The following year, Liu was sentenced
to eleven years in prison and two years’ deprivation of political rights
for “inciting subversion of state power”. Liu has consistently
maintained that the sentence violates both China’s own constitution and
fundamental human rights.

The campaign to establish universal human rights also in China is being
waged by many Chinese, both in China itself and abroad. Through the
severe punishment meted out to him, Liu has become the foremost symbol
of this wide-ranging struggle for human rights in China.

Oslo, October 8, 2009