TIBET: TOLLERANZA ZERO IN VISTA DELL’ANNIVERSARIO DEL 10 MARZO. MISURE DI SICUREZZA ANCHE IN NEPAL

Nepal_2008
Dharamsala, 4 marzo 2010. Il Centro Tibetano per i Diritti Umani e la Democrazia (TCHRD) ha fermamente condannato la ripresa della campagna “Colpisci Duro” lanciata dalle autorità cinesi nell’approssimarsi dell’anniversario dell’insurrezione nazionale tibetana, avvenuta il 10 marzo 1959. La notizia è apparsa, il 3 marzo, sul quotidiano Lhasa Evening News. “Il governo della città di Lhasa” – recita l’articolo – “ha ordinato che la campagna abbia inizio con effetti immediati a partire dalle 21.00 (ora di Pechino) della giornata odierna”. Il provvedimento, che riguarda tutte le sette prefetture della Regione Autonoma Tibetana, mira a “colpire ogni tipo di attività criminale e a garantire nel modo più totale la stabilità dell’ordine sociale”. Non è stato specificato quanto tempo le nuove misure adottate resteranno in vigore ma il TCHRD ritiene che possano durare anche mesi. Tutta la città è presidiata da soldati e poliziotti in assetto da combattimento. Sono stati istituiti numerosi posti di blocco per oltrepassare i quali i tibetani devono mostrare i loro documenti d’identità.Le perquisizioni effettuate in modo apparentemente casuale in pensioni, alberghi e case private hanno già condotto all’arresto di settanta persone trovate senza documenti o non registrate.
Secondo il Centro Tibetano per i Diritti e la Democrazia l’estensione della campagna “Colpisci Duro” all’intera Regione Autonoma, anziché, come per il passato, limitato alla sola città di Lhasa, sia un segnale dell’inasprimento della politica repressiva in Tibet e del tentativo, da parte delle autorità, di prevenire qualsiasi manifestazione di dissenso.A meno di una settimana dall’anniversario del 10 marzo, le autorità hanno rafforzato le misure di sicurezza anche a Kathmandu, la capitale del Nepal (nella foto d’archivio, un monaco inseguito da un militare nel marzo 2008) e ha lanciato una massiccia campagna di “caccia all’uomo” nel caso in cui si verificassero disordini nelle aree tibetane della città.

Nella zona di Bhaktapur, la polizia nepalese ha già arrestato tre tibetani sprovvisti di documenti di viaggio. Un testimone oculare ha telefonicamente riferito al sito Phayul che la polizia compie incursioni in alberghi, ristoranti e case private controllando i documenti dei tibetani, soprattutto di quelli che si recano in Nepal dall’India.

Fonte: Phayul