7 maggio 2025. Radio Free Asia ha annunciato che entro la fine del mese cesserà di trasmettere notiziari in lingua tibetana a causa dei tagli al bilancio decretati dall’amministrazione statunitense
I servizi in lingua tibetana di Radio Free Asia, una delle poche fonti di notizie indipendenti a disposizione dei tibetani all’interno del Tibet e in esilio, cesseranno a fine maggio a causa dei forti tagli al bilancio e delle battaglie legali tra Radio Free Asia e l’Agenzia Statunitense per i Media Globali (USAGM) della quale nel marzo 2025 il presidente Donald Trump ha sancito l’eliminazione. La chiusura di Radio Free Asia Tibetan Service segue quella del servizio tibetano di Voice of America avvenuta a fine marzo. Nella foto: la sede di Radio Free Asia Tibetan Service a Washington.
L’emittente è stata ufficialmente creata il 12 marzo 1996 come una società privata senza scopo di lucro sotto la supervisione della United States Information Agency allo scopo di fornire notizie ai paesi dove non esiste una libera informazione.
In un comunicato rilasciato il 2 maggio, Radio free Asia ha reso noto che non verranno più prodotti o pubblicati servizi non solo in lingua tibetana ma anche in lingua burmese e uigura, l’unico servizio indipendente in questa ultima lingua. “A causa della mancanza di fondi stiamo perdendo giornalisti che hanno dato la notizia del genocidio perpetrato dal PCC contro gli uiguri, che hanno rischiato la vita per coprire la guerra civile in Myanmar, che hanno smascherato le reti di trafficanti di esseri umani nel sud-est asiatico e che hanno portato alla luce la repressione della libertà religiosa in Tibet”, ha dichiarato venerdì scorso Bay Fang, presidente e amministratore delegato di RFA. “Il loro prezioso lavoro fa parte della responsabilità di RFA di sostenere la verità in modo che dittatori e despoti non abbiano l’ultima parola”.
Per decenni il servizio tibetano di RFA è stato un’importante fonte di notizie indipendenti per i tibetani che vivono sotto il dominio cinese e in esilio, fornendo una copertura delle violazioni dei diritti umani, delle restrizioni alla libertà religiosa e degli sforzi per la conservazione del patrimonio culturale che sono censurati all’interno del Tibet. Il servizio ha documentato l’erosione sistematica dei diritti all’uso della lingua tibetana, le restrizioni alla pratica del buddismo, il degrado ambientale sull’altopiano tibetano e la stretta sorveglianza delle comunità tibetane, notizie che hanno spesso attirato le ire di Pechino.
Fonte: Phayul – redazione