Pubblicato il rapporto annuale della Commissione del Congresso USA sulla Cina

Rubio e Smith11 ottobre 2018. La Commissione Esecutiva del Congresso degli Stati Uniti (CECC) ha pubblicato il 9 ottobre il rapporto annuale sulla situazione dei diritti umani in Cina. Il documento evidenzia il peggioramento avvenuto all’interno della Cina e, segnatamente, all’interno dello stesso Tibet.

Il Rapporto, presentato nel corso di una conferenza stampa dal senatore repubblicano Marco Rubio e dal deputato repubblicano Chris Smith (nella foto, da sinistra), denuncia la prosecuzione, nel corso del 2018, della repressione cinese contro i tibetani che mostrano il loro sostegno al Dalai Lama. Circa la libertà religiosa, il documento afferma che il Partito Comunista e il Governo cinese “regolamentano e limitano la pratica del Buddismo nel tentativo di rafforzare il loro controllo sui praticanti”. Si raccomanda di conseguenza al Congresso e all’Amministrazione di chiedere alla Cina il rispetto della libertà religiosa e la non interferenza nella questione della successione o reincarnazione del Dalai Lama, decisione che dovrà essere lasciata allo stesso Dalai Lama, ai leader buddisti e al popolo tibetano.

Nel ricordare il caso del dissidente tibetano Tashi Wangchuk, condannato a cinque anni di carcere per essersi battuto a difesa dell’uso della lingua tibetana scritta e parlata, il rapporto ricorda che il dissenso pacifico con cui Tashi si è espresso a favore del bilinguismo (diritto riconosciuto dalla stessa Cina e dalle leggi internazionali) non è un crimine e il Governo cinese deve pertanto ritirare ogni accusa formulata contro una persona che si è semplicemente adoperata a difesa della propria lingua.

Tra le conseguenze della repressione cinese il rapporto CECC annovera la morte di altri tre tibetani che, nel corso del 2018, si sono dati la morte con il fuoco: Tenga, un monaco di 63 anni, Konpe, un ex monaco trentenne e Tsekho, un terzo ex monaco di cui non si conosce l’età. Anziché interrogarsi sulle cause che hanno spinto i tibetani ad esprimere in modo tanto estremo la loro protesta, la Cina ancora una volta ha arrestato i famigliari degli auto immolati e inquisito vicini e amici.

Il Rapporto menziona infine specificatamente l’Atto di Reciproco Accesso al Tibet, la norma già approvata dalla Camera dei Rappresentanti il 26 settembre e di prossima presentazione al Senato, in base alla quale sarà negato il visto d’ingresso negli Stati Uniti ai funzionari cinesi che proibiranno l’ingresso in Tibet a funzionari, giornalisti e cittadini americani. L’approvazione dell’Atto di Reciproco Accesso da parte della camera dei rappresentanti fu salutata lo scorso mese come “un grande giorno per i diritti umani”, un segnale che gli Stati Uniti “si schierano apertamente contro la violazione dei diritti umani in Tibet”.

A fronte dell’importanza di questo Atto, l’ambasciatore cinese negli Sati Uniti, Cui Tiankai, ha affermato il 3 ottobre nel corso di un’intervista che la Cina è “pronta ad accogliere studenti, professori e studiosi, ma l’ingresso in alcune aree quali ad esempio il Tibet non può essere garantito a causa dell’altitudine del territorio e delle difficili situazioni climatiche e ambientali alle quali non tutti sono in grado di abituarsi”. L’ambasciatore ha inoltre aggiunto che è dovere della Cina proteggere l’ambiente naturale tibetano che potrebbe essere minacciato dall’alto numero dei visitatori che ogni anno entrano in Tibet.

Fonti: SaveTibet.org – Phayul