UN TIBETANO SOPRAVVIVE AL TENTATIVO DI AUTOIMMOLARSI. GRAVI LE SUE CONDIZIONI

Kunchok6 ottobre 2014. Kunchok, un tibetano di quarantadue anni, padre di due figli, si è cosparso di benzina e si è dato fuoco il 16 settembre di fronte alla stazione di polizia di Tsangkor Sholma, una cittadina della Contea di Gade, Prefettura Autonoma Tibetana di Golog. Immediatamente soccorso, i tibetani a lui vicini hanno spento le fiamme e lo hanno ricoverato in ospedale. L’atto di protesta di Kunchok, di cui si è avuta notizia solo due giorni fa, è avvenuto il giorno prima dell’autoimmolazione di Lhamo Tashi, lo studente ventiduenne deceduto il 17 settembre dopo essersi dato fuoco.

Kunchok, con la quasi totalità del corpo ustionata, versa in gravi condizioni e i famigliari temono per la sua vita. Una fonte locale ha riferito che, appena ripresa conoscenza, Kunchok è scoppiato in lacrime e ha più volte ripetuto “Non sono riuscito nel mio intento”. Nel timore di ritorsioni nei confronti di quanti lo hanno aiutato e degli stessi membri della sua famiglia, il nome dell’ospedale nel quale Kunchok è ricoverato è tenuto segreto. Si teme inoltre che, se sopravvivesse alle ustioni, questo nuovo eroe tibetano potrebbe essere tratto in arresto. Se invece morisse, le autorità non restituirebbero il corpo alla famiglia ma procederebbero all’immediata cremazione impedendo lo svolgimento della cerimonia funebre.

Con questo nuovo atto di protesta, sale a 133 il numero dei tibetani che si sono immolati con il fuoco all’interno del Tibet in nome della libertà del loro paese.

Fonti: Tibet Watch – Radio Free Asia