REBIYA KADEER: IL VERO TERRORISTA E’ IL GOVERNO CINESE

21 luglio 2011 (AsiaNews). Permane alta la tensione a Hotan, cittadina dello Xinjiang, dopo i duri scontri del 19 luglio tra polizia e manifestanti. Il Congresso mondiale degli Uiguri denuncia che ci sono stati almeno venti uiguri morti (14 pestati a morte e 6 per armi da fuoco) e 70 arrestati. Dura accusa di Rebiya Kadeer, leader del Congresso, che dice che i veri terroristi sono i governanti cinesi.

A DUE ANNI DAL 2009 NUOVA, VIOLENTA REPRESSIONE NELLO XINJIANG

Xinkiang19 luglio 2011. A due anni di distanza dalla violenta repressione delle proteste che nel 2009 infiammarono la regione musulmana dello Xijiang, repressione che si concluse, secondo la stima di Pechino, con la tragica morte di duecento dissidenti uiguri (almeno mille secondo Amnesty International), lunedì 18 luglio nuovi violenti scontri hanno insanguinato le vie della città di Hotan, situata nella parte sud occidentale della regione (nella cartina).

WASHINGTON: INCRESCIOSO EPISODIO DI INTOLLERANZA. UN COMMENTO DEL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET

conf.stampaTYC16 luglio 2011. Il 14 luglio, a Washington, ai margini della cerimonia dell’iniziazione di Kalachakra, si è verificato un increscioso episodio di intolleranza e prevaricazione nei confronti di alcuni esponenti del Tibetan Youth Congress e del loro presidente, Tsewang Rigzin. A sostegno delle attività politiche e sociali della ONG tibetana, alcuni volontari avevano messo in vendita, nello stand del TYC, delle T-shirt con la scritta “Governo Tibetano in Esilio”, in segno di contestazione della recente scelta del governo uscente di modificare la dicitura in questione con la nuova “Istituzione (o Organizzazione) Tibetana”.

CINA: DISSIDENTE CONDANNATO SENZA ALCUNA PROVA AD ALTRI 8 ANI DI CARCERE. “IMMORALE” PER IL DALAI LAMA LA CONDOTTA DI PECHINO

11 luglio 2011. Il governo comunista cinese continua nella sua operazione di repressione totale contro ogni forma di dissidenza interna. Nonostante i proclami ufficiali a favore della “società armoniosa”, infatti, il regime ha scelto di non mantenere in piedi neanche una parvenza di stato di diritto: nei giorni scorsi, un giornalista cinese e uno scrittore tibetano sono stati vittime palesi di ingiustizie operate proprio da tribunali e polizia.