2 febbraio 2017. Rispondendo alle domande scritte a lui rivolte, prima della conferma, dal Comitato Relazioni Estere del Senato, il neo nominato Segretario di Stato USA ha affermato che si adopererà a favore del dialogo Sino-Tibetano e riceverà il Dalai Lama.
Rex Tillerson, la cui nomina a Segretario di Stato è stata confermata ieri dal Senato degli Stati Uniti (nella foto il momento del giuramento), si è così espresso: “Se confermato, pur riconoscendo l’appartenenza del Tibet alla Repubblica Popolare Cinese, continuerò a incoraggiare il dialogo tra Pechino e i rappresentanti del ‘governo in esilio ‘ e/o del Dalai Lama. Mi adopererò affinché Pechino e i governi di tutte le nazioni rispettino e preservino la peculiare identità religiosa, linguistica e culturale del popolo tibetano in tutto il mondo.
Tillerson ha risposto affermativamente alla domanda se avrebbe ricevuto e incontrato il Dalai Lama e ha definito “problematico” l’atteggiamento del governo cinese che persiste nel limitare l’ingresso di giornalisti, diplomatici e operatori della società civile sia in Tibet sia in altri paesi e nel limitare di conseguenza la libertà di movimento e di informazione. Secondo il nuovo Segretario di Stato, la linea politica più opportuna consisterebbe nell’adozione del principio di “reciprocità”, limitando il numero dei visti d’ingresso negli USA ai dirigenti e dipendenti delle agenzie di stampa statale cinesi: “La reciprocità di trattamento è di primaria importanza nei rapporti bilaterali”.
Identica la sua risposta anche alla domanda se avrebbe rispettato il “Reciprocal Access Tibet Act”, votato dal precedente Congresso, che prevede la limitazione dei visti di ingresso negli Stati Uniti ai funzionari cinesi responsabili di aver negato l’ingresso in Tibet a cittadini statunitensi.
Pechino: dialogo impossibile
3 febbraio 2017. Immediata la replica di Pechino alle dichiarazioni di Rex Tillerson. Zhu Weiqun, capo del comitato per gli affari etnici e religiosi, ha definito “impossibile” ogni tipo di dialogo tra i rappresentanti del Dalai Lama e la Cina in quanto Pechino considera il governo tibetano in esilio “un gruppo illegale che mira a dividere il paese”.
Affidando le sue parole all’organo di informazione statale Global News, Zhu Weiqun ha detto che gli Stati Uniti devono smettere di servirsi del Dalai Lama per creare problemi e mettere in dubbio la sovranità della Cina con l’unico risultato di incrinare le relazioni tra i due stati. Zhu ha inoltre definito Tillerson “un completo dilettante”, poco informato sulla questione del Tibet e ha ribadito che la Cina non cesserà di sostenere lo sviluppo della società tibetana pur continuando a proteggere la sua sovranità sulla regione.
Fonti: International Campaign for Tibet – Phayul – Tibet Sun