GOOGLE REINDIRIZZA IL TRAFFICO AL PORTALE DI HONK KONG – IMMEDIATA CONTROMOSSA CINESE

Google23 marzo 2010. Ultim’ora. Tutto come previsto: nemmeno ventiquattro ore dopo la decisione di Google di chiudere il proprio servizio cinese e reindirizzare google.cn e google.com sul dominio di Hong Kong (google.com.hk), il Governo Cinese taglia i risultati prodotti dal motore: “the connection was reset” è la risposta che ricevono gli utenti che tentano di accedere a risultati o parole chiave non gradite al governo. Il Great Firewall cinese è quindi entrato in opera ristabilendo la “legalità”.

BANDIERE E PISTOLE: A PROPOSITO DEL CASO DI GRESSONEY COMUNICATO DELL’ASSOCIAZIONE ITALIA-TIBET

bandiera_tibetana_bella_dal_sito_TGIEAlcune settimane fa una delegazione di militari cinesi è arrivata in visita ispettiva a Gressoney Saint Jean in vista dei Giochi Militari Invernali inaugurati ieri 20 marzo (nella foto, un momento della cerimonia d’inaugurazione – La Stampa, 21 marzo 2010). I militari hanno notato subito una bandiera del Tibet che sventolava sopra la locale scuola di sci (da due anni). Con i toni che ben conosciamo hanno preteso la rimozione immediata della stessa la cui presenza, hanno affermato, feriva la loro “sensibilità”, in quanto il Tibet farebbe parte della Cina, e costituiva un attentato all’unita della madre patria. Frasi e slogan ben noti.

TIBET: PROTESTE E ARRESTI. SALE LA TENSIONE – NEPAL: SCIOPERO DELLA FAME DEI TIBETANI IN CARCERE

Katmandu_2010Dharamsala, 17 marzo 2010 (AsiaNews-Phayul). Le autorità cinesi intervengono anche contro i ragazzi della scuola media, se osano protestare contro Pechino e per una maggiore libertà in Tibet. Per il secondo anniversario delle proteste anticinesi del 10-14 marzo 2008, scoppiate a Lhasa e represse dall’esercito sparando sulla folla con centinaia di morti, le autorità cinesi hanno disposto severe misure di controllo con grande spiegamento di forze dell’ordine, soprattutto nei pressi dei templi tibetani e luoghi turistici. L’anniversario ricorda anche il 10 marzo 1959 quando i tibetani insorsero contro la Cina per ottenere l’indipendenza e vennero massacrati dall’esercito cinese.

GOOGLE SFIDA LA CENSURA CINESE

tienanmen2Pechino, 17 marzo 2010 (LaStampa.it). Alcuni siti web vietati in Cina, come quelli che mostrano le foto del massacro di piazza Tiananmen del 1989 e quelli di alcuni gruppi indipendentisti delle minoranze etniche della Cina sono stati accessibili oggi per alcune ore attraverso il sito in cinese di Google.
È quanto hanno raccontato alcuni giornalisti stranieri, mentre un portavoce del quartier generale di Google in California, Scott Rubin, ha dichiarato ai media americani che la compagnia “non ha cambiato nulla” nelle sue operazioni in Cina, gettando un’ombra di mistero sull’intera vicenda. Google, che gestisce un popolare motore di ricerca su Internet, ha denunciato attacchi informatici contro i suoi siti in provenienza dalla Cina e minacciato di togliere i filtri imposti dalla censura cinese che impediscono l’accesso ai siti ritenuti pericolosi dalle autorità.