TESTIMONIANZA DI DICKI CHHOYANG DELL’AMMINISTRAZIONE CENTRALE TIBETANA DAVANTI ALLA COMMISSIONE STRAORDINARIA DEL SENATO ITALIANO PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI – 5 DICEMBRE 2013

Presidente Luigi Manconi, membri della Commissione, a nome del popolo tibetano vi ringrazio per l’opportunità di questa testimonianza davanti alla Commissione Straordinaria per la Tutela e la Promozione dei Diritti Umani. E’ la prima volta che in Italia si tiene un’udienza sulla situazione dei diritti umani dei tibetani e ve ne sono grata.

Il legame del Tibet con l’Italia risale al 1716, quando il gesuita toscano Ippolito Desideri giunse a Lhasa, la capitale del Tibet. Fu il primo europeo a studiare in modo compiuto la lingua e la cultura tibetana. Questo legame continua ai nostri giorni che vedono l’Italia offrire una seconda casa si tibetani che hanno chiesto rifugio politico. Inoltre, molte città italiane, inclusa la grande città di Roma, hanno reso onore al Dalai Lama con il conferimento della cittadinanza italiana.

DISCORSO DEL SIKYONG DR. LOBSANG SANGAY NEL 54° ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE NAZIONALE TIBETANA

Nel 1959, in questo stesso giorno, migliaia di tibetani di ogni categoria sociale e di tutte le tre regioni del Tibet (U-Tsang, Kham e Amdo) si ritrovarono a Lhasa per protestare e opporsi all’invasione cinese e all’occupazione del Tibet. Noi siamo figli di questo tragico quanto storico momento della ricca, peculiare e due volte millenaria storia del Tibet. Oggi siamo qui riuniti per proseguire la coraggiosa lotta iniziata dall’altruistica generazione dei più anziani. Rendiamo omaggio a tutti coloro che hanno sacrificato la loro vita per il Tibet. Il desiderio di libertà che li spinse a dare vita ai memorabili eventi del 10 marzo 1959 è lo stesso che oggi è alla base della nostra lotta per la libertà, la dignità e l’identità culturale.

IL PROCLAMA DELL’INDIPENDENZA TIBETANA. Thubten Gyatso – XIII Dalai Lama

13 febbraio 1913


Proclama di Sua Santità il Dalai Lama, l’ottavo giorno del primo mese dell’Anno del Bufalo d’Acqua (1913). Io, il Dalai Lama, il maggior onnisciente detentore della fede buddhista, il cui titolo fu conferito secondo gli ammaestramenti del signore Buddha della gloriosa terra dell’India, cosi mi rivolgo a voi.

Mi rivolgo a tutta la popolazione tibetana. Il signore Buddha, del glorioso paese dell’India, ha profetizzato che le reincarnazioni di Avalokitheshvara, attraverso una successione di governanti a partire dai primi re della regione fino ai nostri giorni, hanno vegliato sulla prosperità del Tibet. Dal tempo di Gengis-Khan e di Altan-Khan, dei Mongoli, della dinastia cinese dei Ming e di quella manciù dei Qing, il Tibet e la Cina hanno concordato su un rapporto di protettorato sacerdotale.

PERCHE’ LHAKAR E’ IMPORTANTE: GLI ELEMENTI DELLA LIBERTA’ TIBETANA

di Tenzin Dorjee
Tibetan Political Review – 10 gennaio 2013

Lhakar Karpo”, letteralmente “il Mercoledì Bianco”, è il nome del movimento della resistenza popolare tibetana contro l’occupazione cinese e il conseguente rischio di una totale sinizzazione del paese. Iniziato alla fine del 2008, Lhakar è espressione della volontà del popolo del Tibet di coinvolgere tutta la società, con modalità diverse, in un nuovo tipo di lotta non-violenta. L’articolo, scritto da Tenzin Dorjee, direttore esecutivo di Students for a Free Tibet, è stato pubblicato il 10 gennaio 2013 sulla Tibetan Political Review.

Lhakar_movementMentre in questi giorni l’ondata delle auto-immolazioni ha comprensibilmente dominato ogni dissertazione sul Tibet, una forma di resistenza meno tragica sta trasformando il panorama dell’attivismo tibetano. Questa nuova forza è il movimento popolare pan-tibetano conosciuto come Lhakar.

Le prime manifestazioni di Lhakar – il nome viene tradotto di solito come “Mercoledì Bianco” e occasionalmente come “Pura Dedizione” – risalgono al 2008, all’indomani dell’insurrezione nazionale contro il dominio cinese. Quattro anni dopo la sua nascita, Lhakar ha prodotto nei tibetani un totale cambiamento nel modo di intendere l’attivismo grazie all’enfasi posta su tre elementi chiave: la de-collettivizzazione dell’attivismo, la cultura come arma e la non-cooperazione.

Nota al Memorandum sull’effettiva autonomia per il popolo tibetano

Documento presentato in occasione della nona tornata di colloqui tra gli inviati del Dalai Lama e le autorità cinesi ( 26 – 30 gennaio 2010).
I – INTRODUZIONE
Questa Nota tiene conto delle principali considerazioni ed obiezioni sollevate dal Governo Centrale Cinese rispetto alla sostanza del Memorandum sull’Effettiva Autonomia per il Popolo Tibetano sottoposto all’attenzione del Governo della Repubblica Popolare Cinese (R.P.C.) il 31 ottobre 2008, in occasione dell’ottava tornata negoziale a Pechino.
Avendo accuratamente esaminato le risposte e le reazioni del Ministro Du Qinglin e del Vice-ministro esecutivo Zhu Weiqun espresse durante i negoziati, comprese la nota scritta e le dichiarazioni fatte dal Governo Centrale Cinese dopo i negoziati, sembra che alcuni temi sollevati nel Memorandum siano stati equivocati, mentre altri sembrano non essere stati affatto compresi dal Governo Centrale Cinese.