ECCEZIONALI MISURE DI SICUREZZA IN TUTTO IL TIBET. NUOVE PROTESTE E ARRESTI

soldati_a_xiaheDharamsala, 8 marzo 2009. Alla vigilia del 50° anniversario dell’insurrezione tibetana del 1959, le autorità cinesi hanno rafforzato, in tutto il Tibet, i controlli e le misure di sicurezza. Per evitare il ripetersi delle manifestazioni che, lo scorso anno, hanno infiammato l’intero paese, il governo di Pechino ha fatto affluire nuove truppe sia nella regione autonoma sia nelle circostanti aree abitate da popolazioni di etnia tibetana.

PREMIER TIBETANO IN ESILIO: CRESCE LA TENSIONE IN TIBET, IL DALAI LAMA E’ PREOCCUPATO

soldati-a-lhasaDharamsala, 3 marzo 2009 (AsiaNews). Il premier del governo tibetano in esilio Samdhong Rinpoche denuncia ad AsiaNews che la tensione in Tibet è alta per le continue provocazioni delle autorità cinesi. “Il Dalai Lama è molto preoccupato… Noi abbiamo più volte chiesto alla popolazione del Tibet di non fare proteste, per le quali la Cina potrebbe compiere uccisioni o arresti arbitrari”. Ma dal Tibet giungono notizie sempre più gravi.

Pechino, in tre si danno fuoco vicino piazza Tienanmen

di Federico Rampini

PECHINO, 25 febbraio 2009 (www.repubblica.it). “Venivano da fuori, per presentare delle lamentele al governo, proteste individuali”. E’ questa la prima versione ufficiale fornita dalla polizia di Pechino dopo che si sono dati il fuoco, all’interno di un’automobile, in una zona centrale della capitale a poca distanza da Piazza Tienanmen. La polizia aggiunge che “due sono stati ricoverati, curati e dismessi”, mentre non dà notizie sul terzo uomo.

10 MARZO 2009. 50° ANNIVERSARIO DELL’INSURREZIONE DI LHASA. FOTO, VIDEO E RASSEGNA STAMPA

Il 10 marzo 1959 il risentimento dei tibetani, dal 1950 sotto il giogo della repressione cinese, sfociò in un’aperta rivolta popolare. L’esercito di Pechino stroncò la rivolta nel sangue: 87.000 civili tibetani furono uccisi e migliaia furono incarcerati. Il Dalai Lama fu costretto a lasciare il Tibet e chiese asilo politico in India.