Ginevra: il Consiglio ONU chiede alla Cina di affrontare e risolvere il problema della sistematica violazione dei diritti umani

13 giugno 2022.

Il 10 giugno un gruppo di quarantadue esperti delle Nazioni Unite ha chiesto al governo cinese di affrontare il problema della sistematica repressione dei diritti e delle libertà fondamentali.

Nel documento, redatto il 10 giugno alla vigilia dell’apertura della 50°sessione del Consiglio per i Diritti Umani che inizia oggi a Ginevra, si chiede alla Cina di cooperare con il Consiglio per affrontare il problema della violazione dei diritti umani. La cooperazione include la garanzia di libero accesso alle aree in cui la repressione e la violazione delle libertà fondamentali è stata provata, con particolare riferimento alla Regione Autonoma dello Xinjiang, alla cosiddetta Regione Autonoma Tibetana e a Hong Kong. Evidente il riferimento alla recente visita in Cina dell’Alto Commissario ONU per i diritti umani Michelle Bachelet. Gli esperti affermano che “gli impegni assunti in quest’occasione non fanno venir meno l’urgente necessità di un’approfondita analisi della situazione dei diritti umani nei paesi in questione”. Viene inoltre sottolineata l’importanza di un “dialogo costruttivo” con tutti gli organismi ONU operanti nel settore.

Con riferimento a quanto chiesto alla Cina da cinquanta relatori ed esperti nel campo dei diritti umani già nel giugno 2020, il documento menziona l’importanza che Pechino garantisca libertà d’espressione, di pacifica riunione e associazione, libertà religiosa o di pensiero. Si chiede altresì che non vengano istituiti campi di lavoro forzato, che siano protetti i giornalisti e che sia tutelata la libertà delle donne indipendentemente dalla loro identità etnica o religiosa. “Per ora non abbiamo visto alcun segnale di volontà politica di affrontare e risolvere questi problemi”.

Oggi, all’apertura della sessione dei lavori del Consiglio per i Diritti Umani, l’Alto Commissario Michelle Bachelet ha reso noto che non si ricandiderà alla carica per un nuovo quadriennio. Il suo mandato scade il prossimo 31 agosto.

 

Fonte: International Campaign for Tibet – TSG-L