Arrestati quattro monaci che chiedevano l’indipendenza del Tibet

Contea di Sershul21 novembre 2019. Quattro monaci sono stati arrestati in Tibet per aver sparso centinaia di volantini nei quali si chiedeva l’indipendenza del paese.

E’ accaduto il 7 novembre. Radio Free Asia riferisce di aver appreso da un monaco tibetano residente in India che quattro giovani monaci, Kunsal, Tsultrim, Tamey e Soeta, di età compresa tra i 18 e i 20 anni, sono stati tratti in arresto per aver sparso nel cortile dell’ufficio amministrativo del villaggio di Dza Wonpo centinaia di volantini in cui si chiedeva l’indipendenza del Tibet. La protesta è avvenuta nella Contea di Sershul, Prefettura Autonoma Tibetana di Kardze, provincia del Sichuan. La polizia ha fermato i religiosi irrompendo nelle loro stanze, nel monastero di Dza Wonpo Gaden Shedrub.

Oltre all’indipendenza del Tibet, i monaci chiedevano il rispetto dei diritti umani sia in tutto il paese sia nel loro villaggio, teatro di azioni illegali e di spettacolari campagne di propaganda politica condotte dalle autorità locali e ritenute lesive delle condizioni di vita della popolazione locale. Sembra infatti che alla base della protesta dei quattro monaci vi sia, ancora una volta, il forzato allontanamento dei nomadi dai pascoli e il loro re-insediamento in contesti urbani che li privano dei mezzi di sostentamento e di qualsiasi introito finanziario costringendoli a vivere dei soli sussidi governativi. I funzionari cinesi obbligano i nomadi ad appendere, all’interno dei nuovi alloggi, le fotografie dei leader cinesi e a tessere pubblicamente le lodi del Partito Comunista. I filmati di queste messe in scena sono poi distribuite ai media cinesi.

“Molti nomadi si sono però rifiutati di sottostare a simili imposizioni, anche a costo delle loro vite”, ha riferito a Radio Free Asia la fonte tibetana. “Ciò ha causato tensioni tra i tibetani che volevano e quelli che non volevano piegarsi alla campagna propagandistica con il risultato che la Cina ha creato divisioni nella comunità locale”.

Il monastero di Dza Wonpo, già sotto stretto controllo della polizia dopo l’ondata di proteste che nel 2008 dilagò in tutto il Tibet, fu oggetto di nuove, pesanti azioni repressive nel 2012 quando i monaci rifiutarono di issare sul tetto dell’istituto religioso la bandiera nazionale cinese. Decine furono i casi di detenzione e di arresti arbitrari seguiti a rastrellamenti di massa effettuati casa per casa.

Fonte: Radio Free Asia