Cardiolab 2008 – McLeod, Ganj – India, 19-25 Ottobre 2008

dsc_0046I medici di Rimini famosi in India. La stampa, le radio e le emittenti indiane dello stato dell’Himachal Predesh hanno dato ampio risalto alla missione “Cardiolab India 2008”, conclusasi a Dharamsala il 25 ottobre scorso.
La missione scientifico-umanitaria, che segue quella organizzata lo scorso anno, sempre nello stesso periodo, ha visto nove medici di base riminesi e due specialisti in cardiologia portare la loro professione al servizio dei cittadini indiani della città di Dharamsala e della comunità tibetana in esilio nell’adiacente McLeod Ganj per uno screening sul rischio cardiovascolare globale.

L’iniziativa, che è stata patrocinata da Provincia, Comune, AUSL, Ordine dei medici di Rimini, è stata sponsorizzata da Bayer ma si è avvalsa anche di contributi di realtà locali, come la CAR, la CIVIS e la Edile Carpentieri, che verranno destinati in massima parte al Tibetan Children Village. La missione è stata organizzata e gestita assieme al locale Tibetan Delek Hospital e al Rotary Club di Dharamsala e ha fatto sì che i nostri medici visitassero in una settimana di lavoro circa mille pazienti di cui un’ottantina sottoposti a esame ecocardiografico. Ogni strumento è stato messo a disposizione dalla ESAOTE di Firenze. Secondo i due specialisti Luigi Rusconi e Daniele Pacassoni si è trattato di casi molto interessanti: lo stesso dott. Pacassoni ha dichiarato di aver visto più patologie rare, anche in bambini, in quei pochi giorni che in trent’anni di professione a Rimini.

img_6072I medici di base partecipanti erano: Franco Mandolesi, Melchisede Bartolomei, Leopoldo Rainone, Maurizio Della Marchina, Alfredo Pizzi, Davide Rinaldi, Paolo Angelini, Walter Vannucci, Giovanni Morolli. Molti di questi medici non erano mai stati in India e, a detta di tutti, si è trattato di un’esperienza umana e professionale di grande impatto emozionale e culturale.

I risultati dello screening, ora in fase di elaborazione, ci diranno lo stato di salute del cuore e del sistema cardiovascolare di due popolazioni diverse per razza, cultura, abitudini alimentari e sociali ma che vivono nello stesso contesto ambientale. Lo scorso anno erano stati visitati circa 800 profughi tibetani mentre quest’anno lo screening è stato circoscritto ai dipendenti della pubblica amministrazione del Governo Tibetano in Esilio. Lo screening sugli indiani era invece ad accesso libero.

La partenza dei nostri medici ha coinciso con il ritorno del Dalai Lama a Dharamsala dopo il ricovero a Delhi per un’operazione di colecistectomia. I medici riminesi hanno visto Sua Santità, cittadino onorario di Rimini, alla festa per l’anniversario della fondazione del Tibetan Children’s Village. In quell’occasione il Dalai Lama ha espresso, per la prima volta in questi anni, la propria sfiducia e il pessimismo sui cosiddetti “negoziati” con Pechino che finora non hanno dato i risultati sperati. Intrattenendosi con Claudio Cardelli, coordinatore della missione e vicepresidente dell’Associazione Italia-Tibet, il Dalai Lama ha ringraziato per il sostegno politico e umanitario dell’Associazione e ha ammesso di sentirsi “molto meglio ora che sono fuori dall’ospedale…”

img_6051Il progetto ” Cardiolab” è iniziato a Rimini nel 2003 ed ha visitato oltre 35.000 pazienti in 120 città italiane. La provincia di Rimini e il Rotary Club Rimini Riviera hanno donato già due ambulanze al Delek Hospital e il progetto di cooperazione proseguirà anche nel futuro, forse spostandosi negli insediamenti tibetani dell’India del sud.

Per informazioni: Claudio Cardelli, 3334574574

Annuncio evento:

Sta per partire la nuova missione “Cardiolab 2008” in India.

Nel 2007 un gruppo di medici riminesi si era recato a McLeod Ganj, il piccolo villaggio dove risiede il Dalai Lama assieme a circa 15.000 profughi tibetani. Scopo del loro viaggio era effettuare uno screening del rischio cardiovascolare globale presso la popolazione di rifugiati tibetani che risiede lassù, alle pendici dell’Himalaya sin dal 1959 anno della repressione cinese in Tibet e dell’esilio del Dalai Lama.

E’ stato su invito del direttore del piccolo Delek Hospital, Dr Tsetan Sadudtsang, che nel corso degli ultimi mesi si è formato il team. La richiesta di valutare l’entità del rischio di infarto o ictus presso la popolazione tibetana è stata determinata dalla mancanza di dati epidemiologici in tal senso e dal sempre crescente aumento di tali patologie nei paesi in via di sviluppo. Rimini nel 2003 è stata la città pilota per il progetto Cardiolab, coordinato dalla Transferase di Milano e sponsorizzato da Bayer, che a tutt’oggi ha toccato più di cento città in Italia e ha valutato il rschio su quasi trentamila persone. Era dunque naturale che la scelta per un Cardiolab all’estero, e soprattutto in una situazione così particolare, cadesse sui medici che per primi hanno collaudato questa forma di ambulatorio “on the road”. Claudio Cardelli, vicepresidente di Italia Tibet, ha coordinato ed organizzato la missione.

I medici riminesi hanno visitato più di 800 rifugiati in un campione variegato e molto rappresentativo della società tibetana dell’esilio.

La realtà tibetana di Dharamsala ha un lungo rapporto con Rimini. Il Dalai Lama è cittadino onorario della nostra città la cui provincia ha donato alcuni anni fa un’ambulanza al Delek Hospital. Dono rinnovato in questa occasione dal Rotary Club Rimini Riviera. Inoltre l’Associazione Italia Tibet, collaboratrice dell’evento, ha recapitato i 5000 euro raccolti in occasione del raduno “In Moto per Il Tibet” del giugno scorso- Il dott. Tsetan, che ha chiesto numerosi consulti ai nostri medici, ha rinnovato l’invito a continuare per qualche anno il progetto a Dharmsala per poter osservare l’evolversi della situazione del rischio e attuare le opportune misure preventive. I medici di Rimini hanno dato dunque anche quest’anno intanto la loro disponibilità a tornare per il lavoro di screening (quest’anno anche sulla popolazione indiana) e, tramite alcuni specialisti, consulti soprattutto sul settore cardiologico- In tutto il comprensorio di Dharamsala, circa 100000 abitanti tra indiani e tibetani, non c’è un solo cardiologo. Si prevede di raggiungere lo stesso numero di visite dell’anno scorso e di avere un dato sulla popolazione indiana che si possa raffrontare con i dati già raccolti tra i rifugiati tibetani. Il Cardiolab si effettuerà dal 20 al 25 ottobre. – Oltre alla Bayer, principale sponsor di Cardiolab, hanno dato contributi per il Tibetan Children Village la CAR, la Edile Carpentieri e la Civis Augustus di Rimini.

La missione ha il patrocinio della Provincia, del Comune dell’AUSL e dell’Ordine dei medici di Rimini.

Dalla spedizione dello scorso anno è stato tratto un bel volume di imminente uscita “Nel Cuore Dei Rifugiati” Ed Chiamami Città. Il volume sarà messo in vendita per raccogliere fondi per il TCV.